Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

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1° agosto 2019

Festa nazionale della Riscossa Popolare – dibattito “Il ruolo delle Amministrazioni Comunali e dei comitati popolari nella lotta per i lavori di pubblica necessità”


Cari compagni,

ringraziamo la compagna Chiara Masini che ci ha invitato a partecipare a questo dibattito.

È possibile indurre le Amministrazioni comunali e regionali ad attuare misure singole e concrete contro l’eliminazione dei posti di lavoro e lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese, il degrado della sanità e della scuola pubbliche, l’isolamento degli anziani, il maltrattamento e l’abbrutimento dei bambini, l’emergenza abitativa, il degrado delle infrastrutture e degli immobili pubblici e privati, il degrado delle relazioni sociali, la devastazione del territorio e l’inquinamento dell’ambiente? Si, è possibile. Le masse popolari organizzate e, anche se non ancora dirette, almeno orientate dai comunisti possono fare cose anche molto più grandi. L’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre, dell’URSS, dell’Internazionale Comunista, del Biennio Rosso e della Resistenza partigiana nel nostro paese lo dimostra. Bando quindi al disfattismo e allo scoraggiamento!

Analizziamo per bene la realtà.

Ogni Amministrazione locale è composta in parte da persone, gli amministratori, che hanno bisogno del consenso elettorale delle masse popolari; in parte, i dipendenti, da elementi delle masse popolari, che vivono sul territorio e lo vedono decadere, che hanno famiglia e amici che vedono le loro condizioni di vita e di lavoro peggiorare. Per ogni battaglia, legale o illegale ma giusta perché nell’interesse delle masse popolari, è quindi possibile trovare numerosi alleati tra il personale delle Amministrazioni locali e persino indurre gli eletti a fare cose che altrimenti non fanno.

Da quarant’anni a questa parte i governi delle Larghe Intese (PD e Partito di Berlusconi) hanno sistematicamente strozzato ogni Amministrazione locale. Hanno ridotto i finanziamenti, l’hanno caricata di debiti, ridotto i poteri ma allo stesso tempo lasciato l’onere della riscossione delle imposte e della soluzione dei problemi più gravi del territorio. Per gli eletti che hanno a cuore il loro territorio (e ce ne sono: la percentuale aumenta nei piccoli e medi Comuni, che sono la maggior parte del paese, stante i maggiori legami degli eletti con il territorio e la sua popolazione) questo crea profonde contraddizioni interne. Spesso però questi eletti restano avviluppati in pratiche e abitudini burocratiche, bloccati dal loro ossequio alle leggi e alle autorità statali: “sarebbe giusto fare questo, però…” la classe dominante, la malavita, le leggi, i contratti, i trattati impongono il contrario. Per attivarli bisogna quindi dargli una forte spinta dal basso, mobilitare anche il loro ambiente di provenienza e i loro elettori.

Ogni organismo popolare deve usare queste condizioni a favore della sua lotta. A queste con le elezioni del 4 marzo 2018 se ne sono aggiunte altre.

Dopo l’insediamento del governo M5S-Lega, le Amministrazioni comunali e regionali del PD non si limitano a sabotare le misure favorevoli alle masse popolari approvate dal governo (ad esempio il Reddito di Cittadinanza), ma per mantenere se non recuperare consenso elettorale si mobilitano anche contro le misure antipopolari del governo che sono in continuità con quello che il PD e il Partito di Berlusconi hanno fatto per quarant’anni: vedi la lotta contro il Decreto Sicurezza, contro la chiusura di aziende e altro.

A loro volta le Amministrazioni del M5S e della Lega sanno che il loro consenso elettorale è precario, devono mostrare di amministrare il territorio mettendo al centro gli interessi delle masse popolari.

Il Vaticano ora è più propenso a benedire con il suo clero iniziative contro le misure reazionarie del governo M5S-Lega che fino a ieri PD e Partito di Berlusconi attuavano con il suo consenso. L’elemosiniere del papa che a Roma ha tolto i sigilli al contatore delle luce di un immobile occupato è un esempio.

Quindi i margini di manovra per indurre le Amministrazioni locali ad attuare misure singole e concrete favorevoli alle masse popolari sono più di qualche anno fa. Fattore decisivo è l’organizzazione e mobilitazione delle masse popolari. Comitati e organismi possono mobilitare le masse e far fare alle Amministrazioni cose che altrimenti non fanno.

L’opera di Camping CIG di Piombino è un’esperienza d’avanguardia, a cui ispirarsi. Il progetto dei Lavori di Pubblica Necessità è un esempio di cosa significa prendere l’iniziativa, giocare d’attacco e combinare la battaglia specifica con la lotta per il cambiamento del paese.

Esemplare è anche l’azione della Consulta Popolare Sanità e Salute di Napoli che combina la lotta per una sanità sicura (stabilizzazione dei precari e assunzioni per rimediare alla carenza di organico, attuazione dei lavori, individuati da lavoratori e utenti, che servono a far funzionare la sanità) con la lotta contro l’obbligo di fedeltà aziendale.

Ognuno di questi organismi e altri simili ha difetti e limiti? Certo, ma bisogna partire da quello che è e fa di positivo, rafforzarlo e farci leva per superare difetti e limiti.

“Ma l’esperienza di Mimmo Lucano a Riace mostra che se violi la legge, poi lo Stato ti reprime e le masse popolari ti abbandonano!”, qualcuno potrebbe obiettare.

Innanzitutto Lucano ha mostrato che un’Amministrazione comunale è in grado di attuare misure favorevoli alle masse popolari. Questo è il punto da cui partire. L’errore di Lucano è stato che non aveva un “piano di guerra” per far fronte ai prevedibili attacchi del nemico (delle Larghe Intese prima e di Salvini poi) e far seguire al primo passo il secondo e poi il terzo; che non ha capito a tempo che doveva darsene uno, per parare le mosse del nemico e prevenirle. Impariamo dagli errori. Omaggio e solidarietà a Lucano, ma è rimasto nella dimensione della sinistra borghese: voler rendere il mondo più umano senza eliminare il capitalismo, voler promuovere uno sviluppo armonioso ed equo tra sfruttati e sfruttatori, voler cambiare le cose senza sovvertire il regime esistente e creare le condizioni per costituire il Governo di Blocco Popolare. È questa illusione ad aver consegnato Riace alla Lega.

Per cambiare le cose, è possibile usare anche le Amministrazioni locali, ma bisogna necessariamente puntare a cambiare il governo del paese. Il futuro del paese poggia su organismi operai e popolari come Camping CIG e la Consulta Popolare Sanità e Salute e non su governi scombinati e instabili come il governo M5S-Lega, che però possiamo indurre ad adottare misure favorevoli alla nostra lotta. Organismi operai e popolari di questo tipo sono, nel caso concreto del nostro paese, quello che in Russia furono i soviet: i consigli degli operai, dei contadini e dei soldati. Sono questi organismi la base su cui poggerà il futuro Governo di Blocco Popolare che prenderà il posto del governo M5S-Lega e che sarà un nuovo passo in avanti verso l’istaurazione del socialismo nel nostro paese!

Il (nuovo)Partito Comunista Italiano è l’organismo degli uomini e delle donne votati a questa gloriosa impresa.

Osare lottare, osare vincere! Il futuro è nostro!

Il Comitato Centrale del (n)PCI